a dispetto di tutto,
non farlo.
a meno che non ti venga dritto dal
cuore e dalla mente e dalla bocca
e dalle viscere,
non farlo.
se devi startene seduto per ore
a fissare lo schermo del computer
o curvo sulla
macchina da scrivere
alla ricerca delle parole,
non farlo.
se lo fai solo per soldi o per
fama,
non farlo.
se lo fai perché vuoi
delle donne nel letto,
non farlo.
se devi startene lì a
scrivere e riscrivere,
non farlo.
se è già una fatica il solo pensiero di farlo,
non farlo.
se stai cercando di scrivere come qualcun altro,
lascia perdere.
se devi aspettare che ti esca come un
ruggito,
allora aspetta pazientemente.
se non ti esce mai come un ruggito,
fai qualcos’altro.
se prima devi leggerlo a tua moglie
o alla tua ragazza o al tuo ragazzo
o ai tuoi genitori o comunque a qualcuno,
non sei pronto.
non essere come tanti scrittori,
non essere come tutte quelle migliaia di
persone che si definiscono scrittori,
non essere monotono o noioso e pretenzioso, non farti consumare dall’auto-
compiacimento.
le biblioteche del mondo hanno
sbadigliato
fino ad addormentarsi
per tipi come te.
non aggiungerti a loro.
non farlo.
a meno che non ti esca
dall’anima come un razzo,
a meno che lo star fermo
non ti porti alla follia o
al suicidio o all’omicidio,
non farlo.
a meno che il sole dentro di te stia
bruciandoti le viscere,
non farlo.
quando sarà veramente il momento,
e se sei predestinato,
si farà da
sé e continuerà
finché tu morirai o morirà in
te.
non c’è altro modo.
e non c’è mai stato
Charles Bukowski, E così vorresti fare lo scrittore? (in uscita per Guanda)
C'è poco da commentare: Buk è sempre immenso.
Scritto da: Paolo Roversi | 18/06/07 a 10:12
Grazie Gian Paolo per la segnalazione...da amante del vecchio Buk ero già a conoscenza della cosa...sarà sicuramente uno dei miei prossimi acquisti!!!
A presto
Scritto da: Alex | 18/06/07 a 12:26
da bukowskiano ringrazio per l'inedito. buk si esprime sempre al meglio secondo me come poeta. un dono di sintesi e una capacità di fotografare con le parole molto singolare. nei romanzi gli sfugge un pò la mano (forse troppo).
Scritto da: edoardo | 18/06/07 a 13:42
Una poesia veramente stupenda.
Grazie, Gian Paolo
Scritto da: Renzo Montagnoli | 18/06/07 a 14:05
Tu sai che, nonostante la mia istintiva simpatia per Bukowski, non sono del tutto d'accordo.
E' un po' come il sesso, ogni amore ha il suo sesso, e non è sempre "un ruggito", e ci sono amori senza sesso. Ma
non venirmi a dire che non sono amori.
Scritto da: Er poeta | 18/06/07 a 15:39
Eccellente. Sono davvero senza parole.
Scritto da: AngoloNero | 18/06/07 a 20:09
Per la loro bellezza essenziale e lo stile decisamente diretto, certe liriche dovrebbero chiamarsi "ritmiche"; è troppo bello leggerle, troppo bello ascoltarle, e i grandi poeti, non sono "grandi" per caso: grazie!
Scritto da: antonio | 18/06/07 a 21:22
Un ruggito: ecco cosa manca nella narratriva e nella poesia di oggi. Non ci sono ruggiti: io leggo solo barriti. Il che non è consolante.
Scritto da: Elena | 19/06/07 a 08:30
M e r a v i g l i o s o.
Non so com'è che ultimamente si parla ovunque di scrivere, non scrivere, essere o fare lo scrittore e affini (blog anche rinomati, riviste, nuovi libri in uscita). Tanto bla, bla. Per carità, utile ognuno a modo suo (perchè le esperienze di Tizio non sono quelle di Caio, allora se ti affidi a Tizio ma poi ti si presentano le condizioni di Caio sei fregato). A volte è facile demoralizzarsi. Pensare: porca p, ma qui non ci salto fuori neanche morto! Scrivi e scrivi e scrivi poi scopri che devi essere un personaggio. Che devi conoscere Alfa e Beta. Che devi crearti una rete di contatti utili. Che devi promuoverti e fare casino. Che devi presentarti nel modo giusto agli editori(e non c'entra niente vestirsi col completo di D and G e il gel nei capelli). Che devi trovarti uno straccio di editor che ti corregga-bastoni-indirizzi. Che devi essere presente sempre e ovunque (alla fiera di Torino come a Pordenone). Che devi avere le dritte che contano quando contano.
Devi. Devi (perchè così dicono Tizio, Caio e...)
- nel frattempo che fai tutto questo scrivi anche se proprio devi, ci mancherebbe. -
Poi leggi pezzi come questo e rifai pace con te stesso (io almeno oggi l'ho fatto).
"a meno che non ti esca
dall’anima come un razzo,
a meno che lo star fermo
non ti porti alla follia o
al suicidio o all’omicidio,
non farlo.
a meno che il sole dentro di te stia
bruciandoti le viscere,
non farlo. "
Andrebbe letto respirando lentamente.
Inspira.
Respira.
Adesso si che puoi scrivere, mani sulla tastiera e mente che vola-elabora.
Echissenefrega!
Salutoni,
Barbara
Scritto da: Barbara | 19/06/07 a 09:56
Credo che sia una poesia che dovrebbero leggersi in molti, riscriverla 100 volte, metterla davanti al computer prima di battere un tasto.
Eviteremmo davvero la polvero di cui parla il vecchio sporcaccione di Buk
Scritto da: Ettore | 19/06/07 a 12:21
Una poesia che dovrebbero insegnare i docenti di scrittura creativa.
Non farebbe affatto male.
Non mi hanno mai convinto gli aspiranti scrittori, o forse non mi hanno mai convinto gli aspiranti
Scritto da: annalisa | 19/06/07 a 12:47
Ho controllato ed in effetti non c'è questa poesia in "Open all night", la raccolta di poesie che Bukowski ha scritto tra gli anni Settanta e Novanta ma che negli Stati Uniti è stata pubblicata soltanto nel 2000 e da cui in Italia minimum fax ha tratto i molti volumi dedicati alle poesie di BUk.
Grazie per l'anteprima, mi degusterò le poesie al chiar di luna di pinta birrata
Scritto da: Pier | 19/06/07 a 16:17
Caro Gian Paolo,
mi sembrano passati secoli,non ricorderai più perchè secondo me hai capito anche tu, inglobato dal sistema, che è più comodo e più facile non avere più un nemico.
Sembrano passati secoli da da quando, da quando scrivevi
LA DANNAZIONE DI BUK
diventi vecchio, sempre più vecchio, e hai paura
che forse non ti rinnoveranno
la patente, hai paura che le sbronze ti dureranno
sempre di più, hai paura che forse
non arriverai agli 85.
hai paura di restare senza
poesie.
hai paura di avere paura.
hai paura che potresti morire in una stazione
termale.
che potresti morire sull’autostrada
mentre torni a casa
dall’ippodromo
potresti morire nella tua
mega-piscina.
hai paura che quel che resta dei tuoi denti
potrebbe non durare.
hai paura di morire ma non della
morte in sé.
hai paura che la gente non ti consideri
più pericoloso quando ti
ubriachi.
hai paura di dimenticarti
chi è il nemico
Scritto da: A. | 19/06/07 a 17:37
non
Scritto da: barbaro | 19/06/07 a 21:59
Manco da tantissimo da questo blog e mi fa piacere trovarlo attivo, propositivo e sempre spinto dalla verve che me lo ha fatto amare.
E.noir
Scritto da: Elenoir | 19/06/07 a 22:31
Come al solito ci illumini la strada.
Mi ha colpito il commento di Annalisa. Pur condividendolo in parte sarebbe interessante conoscere la sua definzione di "aspirante". Forse da quella potrei capire il motivo di tanto fastidio.
Visto che il percorso per imparare a scrivere è assai lungo ed in molti casi senza una meta, come definirebbe coloro che sono in cammino ?
Scritto da: eventounico | 20/06/07 a 11:15
a eventounico.
li definirebbe
aspirapolvere,
immagino.
Scritto da: barbaro | 20/06/07 a 12:37
Ci sono momenti nella vita di una persona in cui si ha bisogno di qualcosa per andare avanti, almeno un altra mezz'ora, un altro passo, un paio di minuti diversi, un boccaglio, due dita di finestrino aperto.
Sono passata e ripassata di qui per questo, merci beaucoup Monsieur Dispensatore d'Ossigeno,
Vado a lavorare. Buona giornata.
Cecilia
Scritto da: Rapida | 21/06/07 a 07:13
Favoloso.
Tra le letture per l'estate consiglierei anche Arbasino ristanmpato resco da Adelphi. La piccola estate.
Ciao!
Gordiano Lupi
Scritto da: Gordiano Lupi | 02/07/07 a 23:02
Favoloso.
Tra le letture per l'estate consiglierei anche Arbasino ristampato fresco da Adelphi. La piccola estate.
Ciao!
Gordiano Lupi
Scritto da: Gordiano Lupi | 02/07/07 a 23:02