Vi auguro Buone Vacanze, ci rivediamo qualche giorno prima di Settembre. Naturalmente commenti, post e archivi rimangono aperti e a Vostra disposizione. Qualche novità prima di gettarmi nella ristrutturazione della mia casa per avvicinarmi al blu dei sogni e poi dedicarmi alle ultime fasi del mio nuovo libro (in profilo, se volete, info più dettagliate). Mi SONO INTERESSATO PER LA DONAZIONE DEI LIBRI A SAN VITTORE (da Voi indicati come vincitori morali dell'"affair" Giovane Holden). Non è un percorso facile, specie di questi tempi, ma lo seguirò in prima persona al mio ritorno.
Su il quotidiano IL GIORNALE di oggi, sabato 5, in prima pagina un mio lungo articolo sugli scrittori di bestsellers che da anni sembrano scomparsi. A volte, come nel caso del raffinato, Thomas Pynchon, ritornano: lo scrittore americano, dopo dieci anni dal ultimo romanzo, sarà in tutte le librerie dal 5 dicembre negli USA con Against the day...
Dopo Federico Roncoroni e Gemma Gaetani, un'altra recensione d'autore al mio USA&GETTA: a firmarla lo scrittore Davide Bregola sulle pagine di Stilos (in edicola fino a metà Agosto)
L'ASPETTO AMERICANO DI PANAGULIS di Davide Bregola
Ha fatto bene Gian Paolo Serino a ricordare una figura come quella di Panagulis che oltre ad essere stato un deputato del Parlamento greco è stato anche poeta apprezzato da Pier Paolo Pasolini. Ma chi era quest'uomo? Panagulis, come spiega Gian Paolo Serino, è stato un Che Guevara europeo. Non è diventato un'icona da poster, ma la sua storia è di quelle di un eroe dimenticato da tutti: dal potere come dall'informazione. Nel 1968, praticamente da solo, organizzò un attentato contro Papadopoulos che allora era a capo della GIunta dei Colonnelli. Una vera e propria dittatura militare, sostenuta dagli stati Uniti che, in quella tirannia fascista, vedevano un argine al dilagare del "pericolo rosso". Panagulis usò una carica di tritolo, lo stesso impiegato oggi dai terroristi musulmani, ma l'attentato non riuscì. Catturato venne condannato prima a morte e poi, grazie alle pressioni internazionali, a cinque anni di carcere. Anni che definire duri è pèoco. Panagulis era sottoposto quotidianamente a trattamenti al limite dell'umano. Serino si è imbattuto in Panagulis attraverso il romanzo "Un uomo", il libro che la Fallaci dedicò alla sua storia: "Rimasi folgorato dalla sua figura e dalle sue vicende. Da lì inizia ad approfondire e a cercare tutto il materiale- poesie, articoli e documenti che lo riguardassero". Nell'introduzione alle poesie Serino racconta del rapporto sempre sospeso tra la tragedia di un uomo, impulsivo e mai domo, e la razionalità di una compagna pronta a sopportare anche gli eccessi, apparentemente "irrazionali" di Panagulis. Si evince che Oriana Fallaci, pur innamorata, approfittasse, del loro rapporto. Una sorta di rapporto radical chic: la grande inviata che portava l'eroe, il grande terrorista, tra i salotti romani di Via Veneto. Serino, raccontando di un rapporto d'amore, mette in luce tutte le contraddizioni della giornsalista e scrittrice toscana: "Guarda l'America, questa America che nacque dai disperati in cercà di libertà e di felicità, che si ribellò all'America perchè non voleva essere una sua colonia. E poi? Inventò lo schiavismo , carne umana venduta a peso come carne dei bovi, schiacciò altri disperati in cerca di libertà , infine fece di mezzo pianeta la sua colonia". Serino, nell'introdurre la figura e l'opera poetica di Panagulis, mette in evidenza anche le affinità tra i metodi usati per sannientare un uomo conosciuto come Panagulis e i detenuti di Abu Graib. In metodi non sembrano mai essere cambiati: torture fisiche e psicologiche. Abusi che oggi gli americani fotografano con le loro macchine fotografiche usa&getta mentre ai tempi di Panagulis le pressioni che subivano i prigionieri politici non superavano i confini del carcere dove eramno rinchiusi. Panagulis in carcere voleva scrivere poesie, qusi mai gli concedevano il lusso di carta e penna, così le sue poesie le ha scritte col sangue. Non è una metafora: con uno stecchino si bucava le vene, utilizzava il sangue come inchiostro e le garze come pagine. Il libro sembra testimoniare, attraverso le poesie di Panagulis che egli abbia vissuto una vita coerente. Il che è forse il più grande testamento che "un uomo" possa lasciare.
Davide Bregola
Tutti scomparsi?
Andrea? Susanna? Gemma? Gianni? Roversi? Fr?
Non c'è il gatto, balliamo o già tutti al mare.
Cmq un saluto a Gian Paolo, buone vacanze a tutti.
Un bacione, Terry.
p.s. La recensione di Bregola non è mi è piaciuta poi molto. Preferivo di gan lunga quella di Gemma e Roncoroni
Scritto da: Terry | 07/08/06 a 16:55
Io ci sono. Ancora fino a domani ma ci sono... Poi anch'io mi godo qualche gg di mare e poi mi rintano una settimana in Appennino a leggere a godermi fiumi di Bonarda e Salame di Varzi. "Mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino..."
Scritto da: andrea.nobili | 07/08/06 a 18:00
Ciao a tutti,
@Terry: io sto ristruttarando casa prima del "volo", ma chiaramente credo che tutti in questo momento siano su altri "lidi" più affollati con palette e secchielli!
@ Andrea: ho intervistavo Tiziano Sclavi, scrittore e inventore di Dylan Dog e sai cosa è scoperto? E' di Broni!!!
Ti saluto. Domani mattina presto parto e avrò poi una connessione volante fin dopo il 20.
A presto, Gian Paolo.
Scritto da: Gian Paolo Serino | 07/08/06 a 18:12
Sì G.p. ebbene sì.
A Broni è nato e cresciuto. Ma come accade per ogni "grande personaggio" che nasce in queste terre ci si dimentica. L'ignoranza della gente, la grettezza, l'invidia, la perfidia, l'apatia, la noia, la superficialità, lo spirito snob, la faciloneria, la superbia... Fattostà che Sclavi continua a scrivere di queste terre: la gente si dimentica in fretta, puoi far finta che non esiste, una terra no. Anche per questo me ne vado sempre una settimana in Appennino: mi ricordo almeno che non abbiamo nulla da invidiare alle altre regioni italiane. Anche se non lo conosco di persona (mi piacerebbe) salutami Sclavi e digli che quando vorrà ritornare in patria per una conferenza, c'è qualcuno che lo aspetta a braccia aperte.
Scritto da: andrea.nobili | 08/08/06 a 09:01