Quale canzone o melodia vi ispira un libro?
Accanto ad ogni mio post da oggi potrete decidere se ascoltare o meno il brano da me scelto. O suggerirmene un altro che vi ispiri.
Per Gian Pietro Lucini ho scelto un brano tratto da “Dolls” di Kitano: credo che renda l’idea di una ricerca di pace in tempi da incubi catodici e da “guerra invisibile”.
Per “Milano Funeral” non potevo che inserire “Il conformista” di Giorgio Gaber: un “pirata” come Massimo Del Papa lotta ogni giorno, con i suoi articoli, con i suoi libri, contro un muro che non è più neanche di gomma: perché non ci rimbalzi contro, ma ci svanisci dentro.
Per Luca Di Fulvio il suo “L’impagliatore” mi ha evocato le suggestioni di Angelo Badalamenti, compositore, tra le altre, di colonne sonore di film come “Evilenko”. Ero indeciso: “La città vecchia” di De André sarebbe stata forse più indicata, quasi perfetta, ma le parole sono inchiostro e i suoni evocazioni.
Per Magda Szabò qualcosa che fosse come il suo libro: il rumore di unghie che graffiano il vetro (s)temperato dei nostri cuori asfaltati, e quindi "Breakfast at Rhiz" di B. Fleischmann.
Per Daniela Rossi ho optato per “Piccolo Amore” di Roberto Vecchioni: mi sembrava indicata.
Per Antonio D’Orrico, beh, per Antonio D’Orrico non ci ho pensato un attimo: la scelta era obbligata!!! Toto Cutugno, "Un italiano vero".
Per quanto riguarda me, nella foto avevo quattro anni, ma avevo già le idee chiare: sui libri da leggere, su D'Orrico e soprattutto sulla... "vita"!
(Gian Paolo Serino)
Ultimi commenti